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The human embryo: a disposable "mass of cells" or a "human being"?

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Nel 1986, a seguito dell'ingannevole introduzione dello stadio di "preembrione" nello sviluppo umano, il "neoconcepito" si vedeva negata la dignità di "essere umano" fino al 14° giorno dopo l'avvenuto concepimento e degradato a un "cumulo di cellule". Anche la legge, sotto la pressione di una scienza senza valori e di una tecnologia imperante, in molte nazioni si adeguò, degradando l'embrione umano precoce a "oggetto disponibile" fino ad ammetterne la distruzione a scopo di ricerca, col pretesto di un suo minor valore di fronte a sperabili successi terapeutici. Un esame accurato e completo del processo di sviluppo dell'embrione umano in particolare, accompagnato da un'analisi di logica induttiva dello stesso processo, porta ad affermare con certezza che alla fusione dei due gameti un "reale individuo umano" inizia la propria esistenza o ciclo vitale, durante il quale - date tutte le condizioni necessarie e sufficienti - realizzerà autonomamente tutte le potenzialità di cui è intrinsecamente dotato. In realtà, sulla base di una buona scienza e di una corretta logica induttiva, l'embrione umano nei primi 14 giorni dal concepimento non è un mero "cumulo di cellule", ma un reale "individuo umano", e dell'individuo umano ha, perciò, la stessa dignità e gli stessi diritti.

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Serra, A. (2002). The human embryo: a disposable "mass of cells" or a "human being"?. Medicina E Morale, 51(1), 63–80. https://doi.org/10.4081/mem.2002.712