Le conseguenze psicologiche derivanti dall’interruzione volontaria della gravidanza: i risultati di alcune ricerche
Abstract
Il contributo porta sinteticamente a conoscenza i risultati di alcune ricerche, condotte in diversi paesi, sul disagio post-abortivo. Sensi di colpa, idee autolesioniste, depressione, abuso di alcool o stupefacenti, disturbi del comportamento, ipervigilanza, “sindrome dell’anniversario” sono solo alcuni tra i sintomi osservati.
I dati emergono da studi conformi alla metodologia dell’indagine psicologica e non appaiono pertanto condizionati dall’approccio alla problematica dell’aborto.
Se ne traggono conclusioni circa le strategie preventive del ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza e circa il ruolo assegnato al pericolo per la salute psichica della donna dalla legislazione in materia di aborto. Tale pericolo risulta invero fondatamente riscontrabile, alla luce dei dati raccolti, proprio laddove un’interruzione volontaria della gravidanza venga effettuata. Ciò conduce a esprimere il convincimento che gli interessi del concepito e della madre rispetto alla gravidanza non siano in contrapposizione, ma in stretta, reciproca correlazione.
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