La nozione di abitabilità nelle cure palliative. Un’indagine fenomenologica a partire dalla riflessione di Jean Ladrière

Il presente elaborato vuole essere una riflessione in chiave fenomenologica su come venga vissuto il periodo del fine vita da parte dei soggetti inseriti nei percorsi di cure palliative. La trattazione muove dal significato e dalla centralità della richiesta di poter vivere l’ultimo periodo della propria esistenza in un contesto che risulti accogliente e familiare. Gli obiettivi dell’elaborato sono essenzialmente due. Innanzitutto, si intende sottolineare la capacità dell’approccio fenomenologico di intercettare le esigenze concrete che emergono dal contesto delle cure palliative, inserendole in una cornice teorico-ermeneutica di riferimento. La fenomenologia, con la sua attenzione verso il mondo della vita e la sua fattualità, sembra infatti in grado di accogliere la richiesta di una valutazione della singola esperienza concreta e vissuta di ogni paziente. Su questo sfondo, si intende ripercorrere la riflessione di Jean Ladrière circa le condizioni che, secondo il filosofo, rendono un ambiente umanamente abitabile. Il secondo obiettivo consiste infatti nella proposta di applicazione del concetto di abitabilità di Ladrière al contesto delle cure palliative. Con ciò si vuole dimostrare come tale riflessione fenomenologica possa contribuire ad enucleare ed approfondire le principali questioni etico-pratiche legate al tema dell’abitare gli spazi nel fine vita. A questo scopo, saranno analizzate, singolarmente e nella loro relazione, le tre condizioni essenziali – corporeità, coesistenza, temporalità vissuta – su cui il concetto di abitabilità di Ladrière è fondato, valutando la validità e funzionalità pratica della loro applicazione alla realtà delle cure palliative.