Etica islamica e trapianti d'organo

  • Dariusch Atighetchi Ricercatore Istituto per L'Oriente "C.A. Nallino", Roma; collaboratore presso il Dipartimento di Medicina e Scienze Umane, Ospedale San Raffaele, Milano., Italia.

Abstract

Non esiste una posizione unanime tra i giuristi musulmani sulla liceità dei trapianti d'organo alla luce dei precetti della Legge islamica (la Sharia). Le posizioni oscillano tra due estremi: da una parte il dovere mora le di ricorrervi in quanto la salvezza della vita umana. Il valore più importante per ogni medico e per ogni musulmano: dall'altra la proibizione dei trapianti (da vivente, da cadavere o da entrambi) in quanto violano l'integrità del corpo umano quale dono divino da rispettare. Attualmente, la grande maggioranza dei giuristi e dei teologi islamici, pur con sfumature diverse, autorizza la pratica sia da vivente che da cadavere appoggiando le politiche sanitaria dei governi ed operando per convincere i fedeli a liberarsi dai pregiudizi ancora diffusi in materia. Mentre il commercio di organi viene rifiutato, non vi è accordo tra i criteri per la determinazione della morte cerebrale.

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1995-12-31
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Come citare
Atighetchi, D. (1995). Etica islamica e trapianti d’organo. Medicina E Morale, 44(6), 1183-1207. https://doi.org/10.4081/mem.1995.958