La circoncisione maschile su neonati

  • Maria Luisa Di Pietro
  • Marina Cicerone

Abstract

Il termine “circoncisione” indica l’asportazione totale o parziale del prepuzio nel maschio, una pratica presente fin dall’antichità ed eseguita ancora oggi in diverse aree geografiche per motivazioni religiose e culturali.

Dopo un breve excursus storico, le Autrici analizzano le ragioni della circoncisione maschile neonatale (preventiva, terapeutica e rituale) e le eventuali complicanze (fisiche e psicologiche) ad essa correlate, al fine di avere dati obiettivi per valutarne l’utilità e l’efficacia sul piano clinico. Si tratta di una valutazione non facile, tanto che la proposta che generalmente viene avanzata è di lasciare ai genitori la scelta se circoncidere o meno il figlio.

Sono i genitori in grado di prendere la giusta decisione? Sono in grado di esprimere un consenso informato? E l’aver ottenuto il consenso da parte dei genitori risponde alla difesa del miglior interesse del figlio? Quale sarebbe stata l’adesione del figlio alla proposta di circoncisione se questi fosse stato in grado di intendere e di volere?

Un altro aspetto preso in considerazione è, poi, quello della richiesta di circoncisione rituale: deve farsi carico il Servizio Sanitario Nazionale anche di questo intervento? La questione, già presa in esame dal Comitato Nazionale per la Bioetica italiano, viene analizzata nell’ottica non tanto del riconoscimento o meno di forme di esercizio di culto, quanto della validità o meno a scopi profilattici della circoncisione.

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Pubblicato
2000-12-31
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Come citare
Di Pietro, M. L., & Cicerone, M. (2000). La circoncisione maschile su neonati. Medicina E Morale, 49(6), 1067-1095. https://doi.org/10.4081/mem.2000.773

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