Il personalismo nell’area culturale africana

Abstract

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Ai nostri tempi, più che mai, il tema dell’essere umano sta al centro dei dibattiti. Ogni cultura, ogni tendenza filosofica cerca di svelare il mistero dell’uomo e di dare senso e valore all’agire umano. Perciò, il personalismo ha ricoperto più volti nella storia della filosofia. La presente relazione descrive quello africano prendendo come esempio il personalismo sociale dei Bantu e dei Mossi.

Per i Bantu, non c’è dicotomia tra essere e Forza Vitale che anima quello che esiste e che sussiste. Poiché, secondo loro, senza questa Forza Vitale non si può immaginare un concepimento dell’essere. Ogni cosa che esiste ha la sua Forza Vitale. Ogni tentativo volto a diminuire o distruggere la Forza Vitale di una persona è una colpa che va punita, non solo dalla società ma anche dagli antenati nell’al di là. Al contrario, contribuire a rafforzare la Forza Vitale dell’uomo e della natura è un atto lodevole.

I Mossi, volendo esprimere allo stesso tempo la ricchezza e l’ambiguità della persona umana, hanno elaborato una antropologia fondata su quattro elementi: “sigré”, Forza Vitale ancestrale che si eredita dagli antenati; “kinkirga”, Forza Vitale celeste, personale, immortale; “siiga”, Forza Vitale terrestre, ponte gettato tra il sigré e il kinkira; E “yinga”, Corpo, struttura carnale ove si uniscono queste tre forze della vita per costituire la persona che si esprime con ambivalenza in società.

Ponendo la vita come principio primo e mettendo l’enfasi sull’agire della persona nella società, la filosofia africana “vitalista” ha elaborato un personalismo di tipo sociale.

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2004-04-30
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Come citare
Simporè, J. (2004). Il personalismo nell’area culturale africana. Medicina E Morale, 53(2), 353-360. https://doi.org/10.4081/mem.2004.649