Da affidabilità a rischio, da rischio a responsabilità. Una proposta incentrata sulla responsabilità per le applicazioni dell’IA in ambito sanitario

L’AI Act approvato dal Parlamento europeo nel maggio 2024 si propone come il più importante e complesso strumento normativo apparso finora, almeno nell’area UE. Tuttavia, se confrontato con le indicazioni che si possono trovare in altre bozze, come le Ethics Guidelines for Trustworthy AI del 2019, esso segna una svolta significativa. Mentre prima l’attenzione era rivolta allo sviluppo di principi che consentissero linee di condotta etico-deontologiche per le professioni che hanno o avranno a che fare con l’intelligenza artificiale (IA), è evidente come l’AI Act del 2024 sia modellato su un approccio basato sul rischio. Il presente articolo esamina criticamente le implicazioni di questo cambiamento di paradigma, in particolare in termini di responsabilità e di trascuratezza delle dinamiche interpersonali insite nei contesti lavorativi del mondo reale. Nel modello incentrato sul rischio utilizzato dalla legge sull’IA, infatti, l’enfasi normativa potenzialmente vietate. Prendendo come esempio di studio il campo della medicina, dove l’uso dell’IA sta crescendo sempre più rapidamente, soprattutto in campo diagnostico, il presente articolo intende proporre un modello integrativo che potrebbe essere utile per colmare le lacune prima citate. Il modello proposto si basa sulla pratica e sull’incorporazione di tre principi guida: fiducia, trasparenza e tracciabilità, indicati collettivamente come le “3 T”.