Limite e vulnerabilità. Questioni di cura

Pubblicato: 3 aprile 2025
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Il presente articolo si pone l’obiettivo di riflettere sull’arte medica alla luce delle categorie etico-antropologiche del limite e della vulnerabilità. La medicina, infatti, rischia sempre più di pensarsi e agire come alleata delle tecnoscienze, navigando oltre le sponde dell’umano e aprendo a inediti scenari che modificano radicalmente il paradigma di cura. La perdita della nozione di limite come confine etico positivo conduce a scenari biomedici e biopolitici in cui la medicalizzazione dell’esistenza rischia di riscrivere il concetto di salute e di malattia. Da qui la necessità e il tentativo di mostrare l’importanza di tornare a riflettere in scenari medici sulla condizione umana come segnata dal limite e ontologicamente vulnerabile. L’itinerario che si intende perseguire muove dalle riflessioni di Michel Foucault sulla trasformazione dello sguardo medico in età contemporanea, per arrivare a una ricostruzione filosofica della nozione di vulnerabilità. Concetto nobilitato dall’etica della cura, la vulnerabilità, riletta alla luce di categorie bioetiche, permette di riqualificare il rapporto tra medico e paziente. Banco di prova per un’etica medica che sia autenticamente relazionale è la corporeità umana, che traccia il confine per regolare buoni prassi terapeutiche di assistenza e cura.

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Come citare

Della Casa, S. (2025). Limite e vulnerabilità. Questioni di cura. Medicina E Morale, 74(1), 53–69. https://doi.org/10.4081/mem.2025.1628