Dal dono al vangelo della vita: per una lettura teologica dell'Enciclica Evangelium Vitae
Abstract
L'articolo, dopo avere sinteticamente messo a confronto l'Enciclica Evangelium Vitae (EV) con l'Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede Donum Vitae, individua due ragioni alla base della scelta magisteriale di riproporre un nuovo documento sulla difesa della vita. Anzitutto il ritorno strisciante dell'eutanasia, problema strettamente connesso all'etica medica. La seconda ragione è più complessa e affonda le radici nel contesto socio-culturale odierno, caratterizzato da comportamenti sistematici ed aggressivi contro la vita nelle sue espressioni più deboli (come il concepito o il malato in fase terminale di malattia). Non solo, ma di tali comportamenti si è perso - nel sentire comune di molti cittadini - il carattere delittuoso al punto da richiederne addirittura la legittimazione giuridica come diritti. Proprio per questi motivi l'EV trascende il solo contesto dottrinale tipico dei documenti magisteriali sulla bioetica per acquisire la profondità e l'ampiezza di vedute caratteristiche delle grandi encicliche sociali. Secondo l'Autore, infatti, non si tratta più soltanto di offrire un giudizio etico su problemi puntuali bensì di mobilitare risorse morali e spirituali che portino ad un recupero sociale e culturale della centralità della persona umana e della sua dignità. Muovendo da queste premesse, l'Autore svolge la sua riflessione sulla EV secondo un'ottica teologica, argomentando sui tre principi basilari dell'Enciclica: l'immoralità dell'uccisione diretta e volontaria di un essere umano innocente; l'aborto diretto come disordine morale grave; l'eutanasia come grave violazione della legge divina.
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