Il progresso scientifico e la medicina interna

  • Giovanni Federspil
  • Roberto Vettor

Abstract

Parlare di progresso scientifico e medicina può sembrare, ozioso perché l’idea che il progresso scientifico sia stato la causa del miglioramento dell’assistenza medica è ormai così ampiamente diffusa e radicata che sembra non dar adito ad alcun dubbio. Gli autori ritengono, invece, utile evidenziare come i rapporti che sussistono tra progresso sciantifico da un lato e medicina interna dall’altro siano più complessi di quanto non possa apparire a prima vista.

L’analisi di questo binomio, da una prospettiva storica, ha consentito all’autore di evidenziare che oggi l’internista non è più il medico che, come alla fine dell’Ottocento, ha le competenze più profonde; ma il medico che di fronte al profluvio di concetti, di teorie, di tecniche e di nuovi approcci di studio, che vengono proposti quotidianamente dal progresso scientifico, sa mantenere un atteggiamento mentale critico ed equilibrato.

La funzione e l’importanza dell’internista non risiedono nel saper praticare questa o quella tecnica o nel conoscere a fondo la variante più recente di ogni teoria patogenetica concernente una certa malattia, ma consistono nel possedere, oltre ad una cultura sufficientemente ampia, una maggiore consapevolezza metodologica e un atteggiamento critico.

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Pubblicato
1997-04-30
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Come citare
Federspil, G., & Vettor, R. (1997). Il progresso scientifico e la medicina interna. Medicina E Morale, 46(2), 287-298. https://doi.org/10.4081/mem.1997.883