Qual è il rischio delle tecniche di fecondazione artificiale?
Abstract
L’articolo mette a fuoco i rischi che, o per l’imperizia dell’operatore, o per le procedure previste dalla tecnica di fecondazione, sono responsabili della morbilità e mortalità della donna e/o del nascituro. Uno dei rischi per la donna è legato alla stimolazione ovarica che si attua con una induzione farmacologica e che provoca la cosiddetta “iperstimolazione ovarica” e tumori della mammella e dell’ovaio.
Altri rischi sono legati alle complicanze delle procedure di fecondazione artificiale e che riguardano soprattutto la fase di recupero delle ovocellule, la coltura in vitro, il trasferimento dei gameti e degli embrioni nelle vie genitali della donna. Il prelievo degli ovociti viene eseguito sotto controllo ecografico con rischio di dolori pelvici o addominali, infezioni ed emorragie, mentre il trasferimento dei gameti si esegue con la laparoscopia con complicanze legate all’anestesia. Il primo rischio per l’embrione è che non arrivi a vita autonoma per mancato trasferimento nelle vie genitali della donna, il mancato attecchimento nell’utero, l’aborto spontaneo o provocato, la maggiore incidenza di morbilità o di mortalità perinatale.
Altri fattori negativi sono dovuti alla micromanipolazione dei gameti. Inoltre, dall’analisi della letteratura si evince che i nati da fecondazione artificiale presentano maggiori malformazioni congenite e una più elevata incidenza di prematurità. A tutti questi problemi si aggiunge l’inadeguata informazione fornita alle coppie che ricorrono alla fecondazione artificiale sui rischi, sugli effetti collaterali, sulle percentuali di successo.
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