Etica della responsabilità in oncologia ginecologica
Abstract
La gestione di una patologia neoplastica della sfera ginecologica rappresenta sempre un momento carico di responsabilità e di tensioni per la paziente e il medico. Alla paura – della pazienza . di avere un cancro e all’incertezza dell’esito delle terapie, si aggiunge anche il dolore di subire una mutilazione in organi considerati basilari per la strutturazione e il riconoscimento della propria identità femminile con le conseguenti incapacità di procreare o difficoltà, nel caso in cui la donna sia gravida, di portare avanti la gravidanza. Le situazioni difficili e conflittuali, con cui la paziente e il medico si dovranno inevitabilmente confrontare, vengono affrontate nella letteratura bioetica con il riferimento al principialismo e, in particolare, al principio del rispetto dell’autonomia e al principio della beneficialità. Ma il riferimento al principialismo più che risolvere acuisce spesso le situazioni di conflittualità, soprattutto in questo caso ove i diritti da tutelare non sono solo e sempre quelli della donna e del medico, ma anche del feto qualora la donna sia in gravidanza.
È per questo motivo che gli Autori propongono di far riferimento alla categoria morale della responsabilità, nella quale l’autonomia della paziente e del medico si incontrano con il bene da cui nascono e per cui vivono. Un’etica della responsabilità che nell’ambito della oncologia ginecologica viene chiamata in causa almeno in tre momenti: nella prevenzione, nella scelta terapeutico, nell’assistenza.
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