La objeción de conciencia farmacéutica a la píldora postcoital

Abstract

L’articolo rappresenta una presa di posizione in merito alla questione dell’obiezione di coscienza nei confronti della pillola del giorno dopo (PGD).

La PGD è considerata come un contraccettivo d'emergenza che la donna può prendere entro le 72 ore dal rapporto sessuale. Il meccanismo d’azione del prodotto può essere triplice: a. evita l'ovulazione; b. impedisce la fusione tra ovulo e spermatozoo dopo l'ovulazione; c. rende impossibile l'impianto dell’embrione nell'utero.

L’Autore si interroga nell’articolo se la PGD sia abortiva ed in questo caso esplicita i punti fondamentali del diritto alla obiezione di coscienza sanitaria nel diritto spagnolo.

Non è difficile constatare che la PGD agisce come contraccettivo quando impedisce l'ovulazione o la fusione dei gameti, ma quando impedisce l'impianto dello zigote nell'utero è un abortivo a tutti gli effetti.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che la gravidanza ha inizio con l'impianto dello zigote nell'utero e questo fa sì che qualcuno pensi che prima dell'impianto non sia possibile parlare di aborto perché non c'è gravidanza. In realtà la vita umana dell’individuo inizia con l'unione dell'ovulo con lo spermatozoo e non nell'impianto dello zigote in utero.

L'obiezione di coscienza rappresenta una sorta di "disobbedienza" ad una legge, motivata da ragioni assiologiche, di contenuto primariamente etico, tale da eludere la sanzione prevista dal suo inadempimento.

Il farmacista, esercitando una professione sanitaria, se considera abortiva la PGD, ha tutto il diritto di fare obiezione di coscienza e la legge dovrebbe garantirgli tale diritto.