Elettroshock e autonomia di scelta dello psichiatra
Problematiche sulla recente circolare n. 33/94 della Regione Lazio
Abstract
Il tema del consenso alla terapia psichiatrica sembra occupare, negli ultimi tempi, una considerevole parte delle riflessioni etico-deontologiche degli studiosi, con l'affermarsi di posizioni decisamente lontane dall'antico patemalismo che pareva connotare la Psichiatria forse più di altri ambiti della Medicina. Ci si interroga, infatti, sul diritto al rifiuto ed alla scelta della terapia da parte del paziente. Del resto le recenti acquisizioni del dibattito scientifico sul consenso del paziente psichiatrico sembrano essere state recepite solo in minima parte al di fuori del contesto culturale dal quale sono emerse. Ad esemplificazione delle difficoltà di concretizzare in normativa i principi etico-deontologici, si è presa in esame la Circolare n. 33/94 dell'Assessorato alla Sanità della Regione Lazio, nella quale sono contenute delle raccomandazioni in tema di terapia elettroconvulsivante (elettroshock o ES). Al di là dell'aspetto formale, emergono dei punti criticabili. Anzitutto l'assimilazione dell'elettroshock all'insulina-shock-terapia; la possibile eccessiva burocratizzazione della raccolta del consenso del paziente; la possibilità che sia riconosciuto valido il consenso prestato da altri (parenti o sanitari del Centro di Igiene Mentale); l'equiparazione acritica di intetventi tanto diversi quali la psicoterapia, la psicofarmacoterapia e l'ES. A conclusione viene ribadito che la migliore tutela della libertà e dignità del paziente, e in particolare di quello psichiatrico, si può ottenere con una forte riaffermazione della responsabilità individuale del medico.
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