La corporeità disponibile

  • Roberto Mordacci Dipartimento di Medicina e Scienze Umane, Istituto Scientifico Ospedale San Raffaele, Milano, Italia.

Abstract

Proseguendo l'analisi circa il significato morale della ricerca biomedica iniziato nella prima parte dell'articolo (cfr. Medicina e Morale 1994, 3: 491-509), vengono presentate qui le linee principali del dibattito sulla giustificazione morale della sperimentazione, a proposito della quale i questionari analizzati in precedenza hanno evidenziato un certo disorientamento. La tradizione etico-deontologica ha interpretato l'etica della sperimentazione prevalentemente nei termini della ricerca dei limiti morali di quest'ultima. Tali limiti sono stati indicati soprattutto nel rispetto dei diritti fondamentali dei soggetti alla loro integrità psico-fisica e al rispetto della loro autonomia. A tale impostazione sono state mosse alcune critiche in un'ottica "contrattualista" in cui ricercatore e soggetti sono considerati come partners di un'attività che ciascuno persegue per scopi propri. L'analisi di questa impostazione consente di rilevame l'aderenza ad alcune dinamiche effettive della relazione e la limitatezza, in relazione al giudizio sui fini effettivi della ricerca proposta. Se la prospettiva dei diritti rispecchia talvolta un approccio " legalistico", quella contrattualistica dimentica troppo facilmente di esprimere un giudizio sui contenuti stessi del contratto, cioè su ciò che si intende fare. Perciò si suggerisce che una prospettiva solidaristica sembra in grado di fornire basi più equilibrate. Il problema della retribuzione dei volontari sani come incentivo alla solidarietà preso ad esempio delle rispettive posizioni, in cui un'etica della solidarietà rifiuta incentivi indebitamente alti che snaturano il significato etico della ricerca.

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1994-08-31
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Come citare
Mordacci, R. (1994). La corporeità disponibile. Medicina E Morale, 43(4), 723-745. https://doi.org/10.4081/mem.1994.1009

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