Il “figlio a tutti i costi” e la “procreazione medicalmente assistita”. Così la Corte Costituzionale dimentica il primato degli interessi e dei diritti dei minori La sentenza n. 162 del 2014 e il ritorno dell’eterologa in Italia

Abstract

Il contributo esamina criticamente la sentenza della Corte Costituzionale n. 162 del 2014 che ha abolito il divieto di fecondazione eterologa previsto nella Legge 40 del 2004. Le osservazioni critiche mosse nei confronti della sentenza riguardano: il mancato rispetto del margine di apprezzamento degli Stati (rispetto che sarebbe stato doveroso alla luce della sentenza della Grande Camera della Corte Europea dei diritti dell’uomo riguardante il caso S.H. vs Austria del 3 novembre 2011); la considerazione del figlio come oggetto di diritti altrui, invece che come soggetto di diritti propri; l’aver disatteso il principio del “superiore interesse del minore” presente nella Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo e ignorato la preferenza per l’unitarietà delle figure genitoriali contenuta nell’art. 30 Cost.; l’improprio riferimento all’istituto dell’adozione per giustificare la fecondazione eterologa; l’ambiguità sul diritto di conoscere la propria identità genetica per i figli concepiti da eterologa; l’errato richiamo dell’art. 3 Cost., tenuto conto della differenza tra procreazione naturale e procreazione tecnologica e tra fecondazione omologa e fecondazione eterologa; i profili di discriminazione per i figli dell’eterologa; la sostanziale diversità tra “dono” dei gameti e “dono” di tessuti o di organi. Si osserva, inoltre, che la disciplina dello status anagrafico non elimina i possibili danni dell’eterologa, la possibile deriva eugenetica, il possibile disordine sociale. L’esame della sentenza 162/2004 e delle ordinanze che l’hanno preceduta, ha messo in luce la mancanza di una voce processuale che si esprima in un contraddittorio a favore del concepito e dei suoi diritti. Per questo, è apprezzabile il PDL “Norme sulla attuazione del principio del contraddittorio nei procedimenti civili in materia di procreazione medicalmente assistita”. Il contributo si conclude ritenendo, al momento, non opportuno un nuovo intervento legislativo sulla PMA. Tuttavia se fosse riaperto un dibattito parlamentare – fermo restando quanto è attualmente in vigore della Legge 40/2004 –, esso dovrebbe essere circoscritto solo a due profili: esclusione dell’anonimato per i donatori (per scoraggiare l’eterologa) e definizione rigorosa di cosa si deve intendere per “strettamente necessario” riguardo alla produzione soprannumeraria di embrioni umani (per evitare l’accumulo di embrioni congelati dovuto a un’incontrollabile discrezionalità dei medici).
----------
The paper examines critically the judgment of the Constitutional Court Critics no. 162 of 2014 which abolished the prohibition of heterologous fertilization provided in Law 40 of 2004. Criticisms raised against the judgment concern: the lack of respect for the margin of appreciation granted to national authorities (which ought to have been taken into account in the light of the judgment of the Grand Chamber the European Court of human Rights concerning the case SH vs Austria on 3 November 2011); the assessment of the child as object of the rights of others, rather than as subject of his own rights; having breached the principle of the “best interests of the child” enshrined in the Convention on the Rights of the Child and having ignored the preference for the unity of parental figures contained in art. 30 of the Constitution; the improper reference to the institution of adoption to justify the heterologous fertilization; ambiguity about the right to know his/her own genetic identity for the child conceived by heterologous; incorrect reference on Art. 3 of the Constitution, given the difference between technological and natural procreation and between homologous and heterologous fertilization; profiles of discrimination for children conceived by heterologous fertilization; the substantial difference between “gift” of gametes and the “gift” of tissues or organs. Yet, it is also observed that the discipline of the anagraphic status does not eliminate the possible damages of the heterologous, the possible eugenics drift, the possible social disorder. The examination of the judgment 162/2004 and the previous other rulings has highlighted the lack of a voice in favor of the unborn and of his rights. For this reason, the bill “Rules on the implementation of the adversarial principle in civil proceedings in the field of medically assisted procreation” should be taken in great account. The contribution concludes by considering that at this moment, in spite of everything, a new legislative intervention on the PMA does not deserve to be done. However if a parliamentary debate was reopened, – without prejudice to the parts of the Law 40/2004 currently in force – it should be limited to only two aspects: exclusion of donors’ anonymity (in order to discourage the heterologous) and strict definition of what is meant by “strictly necessary” as to the production of supernumerary human embryos (in order to avoid the accumulation of frozen embryos due to uncontrollable discretion of physicians).

Dimensions

Altmetric

PlumX Metrics

Downloads

Download data is not yet available.
Published
2014-06-30
Info
Issue
Section
Original Articles
Keywords:
Biodiritto, procreazione artificiale, fecondazione eterologa, diritti del concepito, genitorialità, famiglia / Biolaw, medically assisted procreation, heterologous assisted fertilization, rights of human embryo, parenthood, family
Statistics
  • Abstract views: 637

  • PDF (Italiano): 8
How to Cite
Casini, M. (2014). Il “figlio a tutti i costi” e la “procreazione medicalmente assistita”. Così la Corte Costituzionale dimentica il primato degli interessi e dei diritti dei minori La sentenza n. 162 del 2014 e il ritorno dell’eterologa in Italia. Medicina E Morale, 63(3). https://doi.org/10.4081/mem.2014.55